La fine di tutte le cose by China Miéville

La fine di tutte le cose by China Miéville

autore:China Miéville [Miéville, China]
Format: epub
editore: Fanucci
pubblicato: 2018-12-11T16:00:00+00:00


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«D’accordo.» Con velocità e perizia, e con un minimo di spargimento di rifiuti, Dane emerse da un cassonetto. Aveva con sé un bicchiere di plastica rotto, una radio piena di muffa e metà di una valigetta. Billy fissò quegli oggetti. «Il fatto è che se facciamo trattare queste cose... ci sono persone che possono ripulire immediatamente questo disastro, sai... potremmo riuscire a usarle per...»

Per cosa? Il bicchiere sembrava contenere un qualche elisir che aveva bisogno esattamente di quel contenitore, la radio pareva capace di sintonizzarsi su un qualche opaco flusso di informazioni decomposte o altro... la valigetta di contenere oggetti che altrimenti non potevano essere trasportati. Dane faticava a trovare le parole per spiegarlo. Continuava a ripetere che avevano bisogno di equipaggiamento, se era questo ciò a cui si trovavano di fronte.

Apparentemente, pensò Billy, adesso viveva in un panorama banale. Si rese conto con un misto di meraviglia e di disgusto che in profondità, sotto il quotidiano, una cosa ha potere, abbastanza stupidamente, perché è un po’ come qualcos’altro. Vuoi gettare un incantesimo su dei rovi? Che altro devi gettarti alle spalle se non un vecchio pettine? Tutto quello che ci voleva era abilità con queste simpatiche corrispondenze.

«I Londramanti non prendono le parti di nessuno» continuò Dane. «È la loro politica.»

«Forse Saira è diventata una rinnegata e sta facendo questo da sola» suggerì Billy.

«Mi serve una nuova pistola» ripeté Dane. La battaglia della Torre di Star Trek lo aveva lasciato furente per la qualità delle sue armi. Quali che fossero le specifiche della lotta in corso intorno a loro, fra Grisamentum e i Londramanti, gli mancava la potenza di fuoco. Con l’aiuto di Wati, che l’aveva resa anonima, aveva inoltrato una richiesta ai trafficanti d’armi di Londra, perché là fuori qualcuno aveva nel suo arsenale la potenza di fuoco psichica del fottuto Architeuthis.

Un’arma gli venne consegnata all’estremità più corta di Wandsworth Common, lasciata sotto una particolare macchia di cespugli come un neonato in una favola. C’erano alcuni passanti, ma nessuno abbastanza vicino da poter vedere, e in ogni caso adesso, come la maggior parte dei londinesi, si muovevano in modo rapido e furtivo, il più delle volte in fretta, come se fossero stati al parco contro la loro volontà.

Dane scartò la pistola a dardi con visibile sollievo. Come paladino della Chiesa del Dio Kraken aveva avuto poche alternative. Come molti gruppi privi di potere effettivo e di realpolitik, la Chiesa era vincolata dai suoi principi estetici. I suoi agenti non potevano semplicemente avere una pistola, perché la pistola non era abbastanza calamaresca.

Quella era una lamentela comune a molti. Nuovi soldati ubriachi della Chiesa delle Api potevano protestare: «Non è che non mi piacciono le cerbottane caricate con un pungiglione, è solo che...»

«Sono diventato davvero bravo a usare un randello a vapore,» infuriava un frustrato pistonpunk con i suoi anziani «ma non sarebbe utile...?» Oh, quanto desideravano una carabina, quei pii assassini.

Con un po’ più di verve propagandistica, la Chiesa del Dio Kraken avrebbe potuto armare i suoi fedeli con fn



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